L’Italia è una nazione eccezionale sotto molti punti di vista, ma spesso si distingue, ahinoi, per la mancanza di innovazione.
Quando si tratta del settore informatico poi, il cammino è ancora molto lungo.
Per questo non stupisce troppo che il nostro Bel Paese sia citato al settimo posto della lista delle nazioni più soggette ai ricatti informatici, in gergo “ransomware”.
L’azienda di sicurezza informatica Trend Micro ha infatti svolto una ricerca, denominata “the cost of compromise”, per rilevare i paesi più colpiti da questo tipo di attacco nella prima metà del 2017.
Da sottolineare anche che “l’ambìto” settimo posto si riferisce alla situazione globale, perché nel contesto europeo siamo, in realtà, al secondo posto.
Non male.
Peggio.
Vediamo i numeri per farci un’idea dell’entità del problema:
L’Italia, nel periodo tra gennaio 2016 e giugno 2017 è stata colpita dal 2,53% di ransomware di tutto il mondo.
Prima di noi si trovano nazioni molto più grandi, come USA (15%), Brasile (12,01%), India (9%), Vietnam (5,11%), Turchia (4,60%), Messico (4,19%).
A livello europeo la media slitta al 10,03% per l’Italia, che segue la Turchia al 18,23%.
Dopo di noi si vedono Germania (9,51%), Spagna (6,84%) e Francia (6,62%).
Questi numeri spaventano un po’, è ovvio.
D’altronde le minacce informatiche, specialmente quelle che prevedono ricatti, sono entità quasi astratte, che non sempre si riescono a catturare in tempo o perfino a capire quando si è sotto attacco.
Minacce silenziose ma devastanti.
Quest’estate l’attacco ransomware più famoso, Wannacry, ha destabilizzato migliaia di aziende in tutto il mondo creando danni enormi, soprattutto in perdita di dati.
Realizzare che questo tipo di attacco è molto più frequente di quello che ci immaginiamo dovrebbe spingere le aziende italiane a dotarsi di misure cautelative per non incappare in disastri.
Ma questo è solo quello che possiamo sperare.
Quello che possiamo fare, come esperti del settore, è consigliare le tecniche di “autodifesa”:
Eseguire il backup dei dati su dispositivi esterni, così che in caso di attacco questi non vadano persi
Non aprire mai mail sospette
Cambiare periodicamente le password
Aggiornare sempre i propri sistemi di sicurezza
Procurarsi un sistema di difesa adeguato
Questi consigli sono validi per tutti, ma è necessario per le aziende capire che queste sono solo le misure base da effettuare. Per una migliore sicurezza informatica è necessario rivolgersi a degli esperti in materia che possano consigliare ciò che meglio funziona per la propria azienda.
Ma vediamo i numeri riguardanti gli altri tipi di attacchi informatici:
App maligne: il numero è enorme, 2.033.399 nella prima metà del 2017.
Andando tanto di moda e targettizzando un’audience prettamente molto giovane è più che logico che siano sfruttate da individui a fini criminali.
Malware: il numero è 19.014.693 considerata sempre la fascia di tempo della prima metà del 2017
Spam: odioso ed insidioso. Le mail rilevate e finite nella categoria spam sono state 7.831.222

Visite a siti maligni: 6.983.362 in Italia nello stesso arco temporale
Online banking: 1.525. Se il dato sembra leggermente migliore degli altri, è in realtà gravissimo. I programmi di online banking dovrebbero garantire il grado più alto di sicurezza disponibile.
Exploit Kit: rilevati 22.327 nella prima metà del 2017. Gli exploit kit sono sostanzialmente un insieme di strumenti che cercano le falle all’interno dei sistemi informatici per potervici entrare.
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