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I cyber attacchi sono in crescita: diventano una delle peggiori minacce del 2018

Il Cybertech a Tel Aviv è stato un momento di grande riflessione per tutti.

Forti della consapevolezza che qualcosa deve cambiare nel modo in cui il mondo affronta il cyber crimine, abbiamo voluto guardare da vicino le soluzioni che alcune delle più grandi aziende di cyber security al mondo proponevano.

Non siamo rimasti certamente delusi.

Le opinioni sono tante, alcune più propositive di altre certo, ma la maggior parte erano allineate.

Una di queste è quella di David Petraeus, ex direttore della Cia, la cui storia personale è stata al centro di uno scandalo in America diversi anni fa.

Il suo curriculum lo rende una di quelle persone la cui opinione è sicuramente da ascoltare.

Per questo quando Petreaus, durante la sua conferenza al Cybertech Tel Aviv, ha dimostrato forte preoccupazione per la situazione cyber attacchi, ha fatto sollevare molti dubbi riguardo al futuro.

Il cyber crimine è cresciuto e continuerà a crescere, pochi dubbi in proposito.

Nelle previsioni riguardanti le minacce del 2018 infatti, esso è stato collocato al quarto posto.

Si tratta di un pericolo costante ed improvviso, certo. Ma è anche controllabile.

Esistono modalità di controllo, sistemi di difesa, contromisure necessarie ed efficaci.


È particolarmente importante dotarsi di sistemi di protezione perché parliamo di un campo di battaglia sconosciuto, mai visto prima.

Territorio ancora vastamente inesplorato, quello cibernetico.

Per questo le minacce informatiche, secondo Petraeus, possono superare la nostra “immaginazione strategica”.

La lunga esperienza nel campo della sicurezza nazionale di Petraeus gli permette di delineare una immagine vivida del futuro, in cui questi attacchi diventeranno una realtà da affrontare quotidianamente.

Non è solo la possibilità di colpire infrastrutture nazionali, enti, aziende, a spaventarlo. La cosa più allarmante è l’integrità dei dati, la capacità di modificarli e farli sembrare reali.

Il tema, quindi, è sempre il dato e l’importanza di proteggerlo.

Queste nuove battaglie, non combattute nelle trincee ma da comode scrivanie, attraverso uno schermo, sono pericolosissime nel loro compromettere e sottrarre dati.

Le parole di Petraeus gettano una luce diversa anche sul GDPR, la normativa europea che riguarda il trattamento dei dati.

Mettiamo da parte per un attimo le multe, l’obbligo di dover proteggere i propri sistemi nel miglior modo possibile, il dovere imposto di cambiare le abitudini aziendali in favore di un maggior controllo alla sicurezza.

È facile capire come mai le aziende non sono entusiaste dell’avvento del GDPR.

Ma è necessario guardare oltre.

Guardare ad un futuro in cui i nostri dati possono essere alla mercé di chiunque li sottragga e di chiunque li voglia acquistare.

Per questo è necessario per prima cosa accettare che la svolta informatica che tanto ha aiutato la produttività delle aziende ha anche effetti negativi e che questi devono essere mantenuti sotto controllo.

Petraeus è solo uno dei tanti esponenti di spicco che hanno gettato luce sul futuro delle cyber minacce.

Gil Shwed, fondatore di Check Point, ha affermato che in futuro l’unica “arma” contro le cyber threats sarà l’intelligenza artificiale.

Yaron Rosem, ex direttore del dipartimento per la cyber sicurezza delle forze israeliane, ha detto che è compito dei governi il controllo della situazione cyber attacchi…

Insomma, le voci sono tante, ora è arrivato il nostro momento di ascoltarle.

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