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Facebook impiegherà l’intelligenza artificiale nella prevenzione contro i suicidi, ma non in E

Abbiamo parlato a profusione del GDPR e continueremo sicuramente a farlo fino al 25 maggio 2018, data ultima per mettersi in regole.

Oggi affrontiamo l’argomento da un altro punto di vista.

Se l’incoraggiamento ad aderire a criteri di sicurezza più rigidi rispetto al passato significa un passo avanti a livello di privacy, l’ultimo punto sollevato tratta il tema sollevato dal creatore di Facebook, Mark Zuckerberg.

Il 27 novembre il mogul di Facebook ha pubblicato un post sulla sua pagina Facebook riguardante il futuro utilizzo dell’intelligenza artificiale (AI) nella lotta alla depressione.

Un concetto estremamente interessante e moderno.

Interessante perché utilizzare un social network per prevenire una malattia che è dilagante getta una luce benevola su un mezzo spesso denigrato (anche giustamente).

Moderno perché è un fenomeno nuovo ma reale, quello di esternare i propri sentimenti anche più oscuri sui social network.

Diciamo che 15 anni fa non eravamo obbligati a parlarne. Mentre oggi sì.

Esistono precedenti: dall’uomo che ha pubblicato tre giorni prima di suicidarsi una lettera d’addio su Facebook al ragazzo che ha postato l’augurio di natale ai suoi cari dicendo che non “sapeva più cosa fare”.

Questi sono solo due esempi, purtroppo di casi ne esistono tanti.

I campanelli d’allarme sui social sono molto diffusi e Facebook si ritrova spesso coinvolta in casi mediatici per il suo controllo dei contenuti.

D’altronde come è possibile che nessuno faccia niente in casi estremi come quelli riportati?

È un dilemma vero e proprio, che tira in ballo la sensibilità della gente che non denuncia casi di questo tipo e la piattaforma stessa.

Possiamo considerare positivo quindi l’approccio che l’azienda di Zuckerberg ha intenzione di intraprendere.

facebook

Ma come funzionerebbe?

Secondo le previsioni di Zuckerberg l’Intelligenza Artificiale vaglierebbe i post pubblicati sul social network, analizzando determinate parole sia nel post in sé, sia nei commenti (quindi anche i vari “Va tutto bene?” “Cosa è successo?”).

Ricercando segnali di problematiche nei suoi utenti, i post selezionati saranno visionati dagli operatori di Facebook.

Successivamente, se ritenuto necessario, verranno mobilitati i servizi dedicati al trattamento di quel tipo di problematiche.

Perché allora parliamo di GDPR?

La questione dell’AI è intricata nel territorio europeo.

A causa di regole molto più rigide riguardo alla privacy, operazioni di questo tipo non sarebbero permesse.

Lo screening dei post degli utenti e la profilazione di essi in categorie “a rischio” a quante pare ricadono in una di quelle attività che il GDPR non consentirebbe.

Il punto in questione è: il web ed i social network in particolare sono enormi bacini di informazioni sensibili; non è una cosa sempre apprezzata, ma ormai generalmente accettata.

Se utilizzati a fini di lucro (vedi il marketing) o mantenuti in maniera pericolosa, che quindi può voler significare possibili fughe di dati, il controllo rigido è necessario e ben accolto.

Ma in un caso del genere, dove un social network può effettivamente aiutare le persone in difficoltà a cercare aiuto, vogliamo comunque rimanere così rigidi?

Questo è un tema che probabilmente si risolverà a breve, poiché sono in ballo fini altruistici che non possono essere ignorati (come abbiamo detto, il problema è tangibile).

Sono state già proposte soluzioni, come ad esempio la richiesta specifica, agli utenti, del consenso ad effettuare certe ricerche.

Forse la soluzione giusta è proprio questa.

Conclusione

Non possiamo sottovalutare né l’aspetto della privacy né tantomeno quello della salute delle persone.

Se in Europa grazie al GDPR abbiamo fatto giganti passi avanti nel settore della privacy, è anche vero che il percorso che vuole intraprendere Facebook è importante.

La lotta alla depressione e la prevenzione contro il suicidio sono argomenti che devono essere affrontati immediatamente.

Forse la strada del social network è quella giusta.

#Facebook #innovazione #Socialmedia #tecnologia

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